sabato 11 giugno 2011

Il colore rosso bandito dagli sport?




Da sempre il colore rosso è indice di pericolo, calore e rabbia, infatti se riportato da segnali, luci ed etichette spesso indicano prudenza per evitare un danno. Una serie di recenti esperimenti riportati sul giornale "Psychological Science" spiegano che l'apprensione per questo colore da parte del genere umano può avere radici evolutive, portando quindi ad una nuova considerazione in ambito sportivo. Nello studio, i ricercatori del Dartmouth College hanno misurato le reazioni delle scimmie Rhesus macaque quando hanno avuto la possibilità di prendere cibo dalle mani di persone. Sono state scelte proprio queste scimmie perché hanno le stesse capacità visive degli uomini e si arrossano se sono arrabbiati proprio come la specie umana. L'esperimento prevede di creare la situazione in cui i macachi possono rubare il cibo alle persone con maglietta e cappello di diversi colori, i risultai indicano che alle persone vestite di rosso le scimmie non rubano a prescindere dal genere sessuale di queste. Tuttavia gli studi sono ancora acerbi visto che sono stati condotti solo su scimmie di sesso maschio e comunque si tratta di reazioni fra specie animali differenti il che potrebbe confondere i primati.
Sebbene le conclusioni confermano che le scimmie evitano il colore rosso, ciò che spinge ad evitarlo è ancora sconosciuto, ma è possibile che l'avversione si sia semplicemente evoluta nei primati e quindi anche nell'uomo. Inoltre potrebbe anche dato in passato dei vantaggi nella distinzione della tossicità e maturazione di piante e frutti. Gli autori di questa ricerca hanno proposto di bandire il colore rosso alle organizzazioni sportive, ma ovviamente ci vorranno ulteriori ricerche prima di confermare l'interferenza di queste colore sulle prestazioni atletiche.

martedì 7 giugno 2011

Le radiazioni nucleari favoriscono il sesso maschile




Secondo un recente studio, a seguito dell’esposizione di radiazioni, le donne sono più propense a partorire un maschio piuttosto che una femmina. Lo studio si fonda sull’analisi del rapporto di nascite fra maschi e femmine dopo l’evento di Chernobyl,altre esposizioni accidentali fra gli anni 60 e 70 e nei pressi di strutture nucleari in Germania e Svizzera. Non è ancora chiaro tuttavia se le radiazioni influenzano lo sperma maschile, gli ovuli femminili o l’embrione stesso. Ma questo rapporto fra uomini e donne distorto può essere l’indice di problemi delle radiazioni non ancora affrontati, dando preuccupazione anche in seguito ai recenti eventi in Giappone.

"Il dogma era che questo effetto non era possibile o che non vi era alcun effetto di questo genere", ha detto Hagen Scherb, un biostatistico al Helmholtz Zentrum München a Monaco di Baviera, in Germania. "Ora siamo in grado di dimostrare chiaramente che vi è un effetto. E questo cambia il nostro pensiero circa i rischi da radiazioni". Nel complesso la variazione è abbastanza esigua, dell’ordine dello 0,5%.
Le radiazioni ionizzanti che provengono da bombe e centrali nucleari hanno mostrato di alterare rapporti di sesso nei moscerini della frutta e nei topi, ha detto Karl Sperling, dell'Istituto di genetica umana presso l'Università di Berlino. Egli sospetta che le esposizioni alle radiazioni potrebbero influire sul DNA nelle prime divisioni cellulari durante il periodo del concepimento, che è risaputo per essere un periodo estremamente vulnerabile.